(forse) Si.Può.(ri)Fare!

Vivere da sola in Italia, a 25 anni, con 450 euro al mese e a impatto zero.

Pasta madre mon amour !

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Questa è la palla originale di pasta madre.

Finalmente ho un attimo di tempo – ben quindici minuti, se non vado errata – per scrivervi qualcosina e raccontarvi una delle mie ultime fantastiche avventure.

Non vi parlerò dei quattro esami che ho dato – due da 30 e due ancora non si sa – o dell’ultimo giorno di lavoro – che sarà domani – o della notte in cui dimenticai a casa sia il cellulare che le chiavi di casa …

No, vi parlerò di come ti cambia la vita – ma anche no – un mese di pasta madre.

La ricetta della mia prima pasta madre viene da questo sito fantastico e ben fatto.

Però potete anche procurarvela da chi ce l’ha già e iniziare a far lievitare robba-s-stufo una volta a settimana.

A me piace condividere e fare le cose da me, quindi ho coinvolto la mia amica Rosa, quella dei supermercati e ci siamo cimentate in un gran bel viaggio alla scoperta dei liviti !

Se seguite il suddetto procedimento avrete un ottimo risultato di partenza, ma le prime settimane saranno un rinfresco continuo, un annusamento continuo e perplesso, uno scandagliamento di internet perpetuo alla ricerca di modi per utilizzare il magico impasto …

… essò soddisfazioni a nastro !!!

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[presto posterò le altre ricette]

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Bruscandoli o non bruscandoli … MORTACCI LORO !

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Sissì, avete letto bene … due euro L’ETTO !

Forse qualcuno di voi ricorda la wishlist che avevo partorito tempo fa relativamente alla mia dipartita dall’universo veneziano. Una delle voci in questione riguardava l’assaggio di un’erba selvatica molto in voga da queste parti, ovvero i bruscandoli.

Ebbene, una mattina, mi sono svegliata e col Miomone siamo andati al mercato di Rialto a comprarne un mazzetto per fare i nostri esperimenti. Non avevo minimamente considerato il prezzo perché abito a Venezia da un po’, ma non ho fagocitato questo aspetto della routine veneziana, ovvero il furto quotidiano. D’altra parte, una verdura selvatica di stagione che cresce spontaneamente nei prati della zona e che dunque non viene seminata, coltivata, innaffiata nè curata in alcun modo … QUANTO POTRA’ MAI COSTARE ?

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6.44 euro di MORTACCI LORO !!!

Lo vedete il mazzetto quanto è piccolo ?

Ho il sacrosanto diritto di essere incazzata come Gioele Dix al volante ?

Non contenta mi sono industriata a cucinare la suddetta erba sotto forma di crespelle al forno e sotto forma di torta di riso. Le ricette ve le scrivo, perché sono riciclabili con qualsiasi tipo di verdura … ma non le fate con i bruscandoli, miei adorati lettori, perché a parte dare volume, non sanno di un emerito, ma proprio di niente, nemmeno di acqua !!!

Se avesso un account su Faccialibro, aprirei una pagina intitolata “Venezia … io ti esecro !!!”. Si facciano avanti i possessori di detto account !

Eccovi le ricette, mi consola sapere che ci metterete dentro qualcosa di buono, tipo dei broccoli VERI che costano meno di un euro al chilo … ah, fatemi felice !

Base per crespelle con ricotta e verdura-a-scelta (tutto tranne i bruscandoli)

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Per le crespelle: 2 uova, 70g di farina, 160 ml di latte di soia, sale e pepe q.b.

Per il ripieno: verdura x – ma non i bruscandoli – 250g di ricotta, tofu affumicato a dadini, sale e pepe.

Per la besciamella vegetale: 30g di farina e tre cucchiai di olio evo, 400ml di brodo vegetale, noce moscata e un pizzico di sale.

Base per torta di riso integrale SHAKE & BAKE

Mescolare e infornare i seguenti ingredienti amalgamati: 200g di riso integrale* cotto, 300g di verdura sbollentata, 100g di cipolla bianca tagliata finissima, tofu affumicato a dadini, due uova, erbette aromatiche, sale q.b. e olio per oliare la teglia. Dieci minuti in forno a 200 e servire tiepido …

E qui la foto non ce l’ho, quindi non vi resta che provare !

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Involtini con l’ultimo cavolo cappuccio

Involtini di cavolo col riso2

Questa ricetta si era persa nei meandri del computer. L’ho trovata ora e ve la ripropongo facendo colazione prima di attaccare a lavorare, così faccio un po’ di “presenza”.

Per il ripieno spadellate  una tazzina di riso integrale* a testa in un soffritto di cipolla bianca, noci, mandorle triturate e uvetta. Quando è cotto aggiungete taleggio/brie a dadini e aspettate che sciolga. Intanto sbollentate le foglie di cavolo per renderle morbide e poi imbottitele di ripieno fermando la “chiusura” con un francobollo di taleggio/brie.

Involtini di cavolo col riso

Infornate il tutto in una teglia ben unta d’olio e lasciate cuocere una decina di minuti a duecento gradi per far sì che si compatti tutto.

E buon appe’ !

E buon appetito !

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Il bisogno dei riti: Digiuno tentativo 2 e ricetta della zuppa di miso con gli udon.

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Zuppa di miso con udon.

Partiamo con la ricetta di questo versatile piatto orientale che incontra il gusto di molti occidentali: la zuppa di miso con gli udon. La zuppa di miso in Giappone è come la lasagna italiana: mia madre la fa meglio della tua perché la fa in un modo che tu non puoi capire. Il miso è soia fermentata insieme ad altri cereali e fa benissimo a un sacco di cose … ma è un po’ una droga, quindi fatene un uso moderato … se lo adorerete sarà da subito e per sempre.

Io l’ho fatta così: ho fatto bollire circa un litro d’acqua con il mio dado vegetale, un piatto di champignons tagliati finissimi e mezza cipolla a tocchetti. Una volta cotti i funghi ho aggiunto gli udon e dopo due minuti ho spento il fuoco e ho aggiunto l’alga wakame e un cucchiaino di miso di riso e ho mescolato fino a quando il miso non era completamente sciolto. Si mangia caldo con le bacchette e alla fine si beve il brodino.

Per quanto riguarda il digiuno … Ci avevo già provato l’anno scorso ma con dubbio risultato. Ad un certo punto il venerdì di digiuno era coinciso con il giorno prima del ciclo, cosa che – a causa del ruolo fondamentale (ho scoperto dopo) dei lipidi nella formazione degli ormoni che “preparano” l’arrivo del ciclo – ha fatto scomparire lo stesso generando allarmi e panico.

Ho quindi smesso riproponendomi di aggiornare le mie conoscenze in materia prima di ritentare. E qualche giorno fa – per gli stessi motivi consultabili allo scorso tentativo – ci ho riprovato con l’idea di ripetere questo mio rito paganissimo una volta al mese, a ciclo ultimato.

Questo mese è andata molto bene, il mio corpo sembrava ricordare che avrebbe ricevuto cibo a cena e non ha fatto i capricci. Vedremo come andrà il mese prossimo !

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Spirito Olimpico infranto e (cugginacessa della) Sacher Torte.

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Quasi nessuno lo sa … Io sono letteralmente malata di Olimpiadi.

Durante le London-Olympics del 2012, mi sono messa la sveglia alle quattro pur di vedere il TUTTO-thlon in diretta, attaccavo il telefono in faccia all’omone se mi chiamava a staffetta iniziata – avendo boicottato quelle del 2008 lui non poteva sapere a cosa andava incontro ! – oppure se la gara stava per iniziare, avevo riarredato il salotto in modo da non dovermi alzare se non per andare in bagno, ma essendo estate a Roma sudavo all’incirca tutto ciò che bevevo.

Non è nazionalismo il mio, ma ammirazione e commozione genuina per le meraviglie dell’essere umano. Quando a è caduto il sellino a Fontana e lui ha finito la gara ciclistica ottenendo il bronzo, io ho pianto come una … Fontana. E ho gridato al complotto quando i giapponesi hanno fatto ricorso dopo la caduta dal cavallo di Uchimura (alzi la mano chi vede una verticale prima che vada a terra …) e dopo che gli hanno dato buona l’uscita – fondamentale per il podio – sono spariti dalla rete tutti i video e le foto relative all’esercizio. Insomma. Mi gaso !

Sochi 2014

Ebbene, ‘stavolta ho voluto provare a mettermi seriamente anche su quelle invernali. Avevo saltato senza neppure accorgermene Vancouver … eccoci qua a Sochi. Beh, a rigor di logica, non volendo sovvenzionare neppure col pensiero il sistema Putiniano, avrei dovuto boicottare anche queste Olimpiadi a priori … ma siccome la Russia mi da leggermente meno fastidio della Cina – per ragioni che posso dibattere in altra sede, ove richiesto – ho deciso di farmi un ulteriore regalo post-sessione e di vedere le gare di pattinaggio artistico e un po’ di altre gare a caso.

Sochi 2014 accartocciata

Ebbene, lo spirito Olimpico è stato infranto dai punteggi assegnati ACCAZZO, soprattutto alla Russia, guarda il caso, e dalle violente repressioni omofobe contro il movimento gay che ha manifestato per i propri diritti in concomitanza con l’evento olimpico. SHAME ON RUSSIA !

Per curare quest’infrazione, ho iniziato la mia ricerca verso la glassatura perfetta cucinando la mia prima Sacher Torte a partire dalla ricetta che ho trovato qui. In realtà la glassatura è venuta orribile: nonostante avessi letto Mrs Dalloway e Le Ore e avessi acquisito – almeno in via teorica – il concetto di strato mangia-briciole … non ho pensato che il secondo strato non fosse da spalmare ma da far colare sul primo … ed ecco qua il misero risultato estetico:

sacher

Però è finita in 48 ore !!! O se la sono mangiata per non vederla … o era BBONA !

In realtà, per spirito di protesta generalizzato ho già effettuato un serie di piccole modifiche: per prima cosa fo fatto il doppio strato di glassa e poi ho usato metà della marmellata consigliata, perché mi sembrava troppa. Da qui alla sacher bella ed eco-compatibile, però, passerà un secolo !

Inoltre ho una domanda per tutti i “culinari” all’ascolto: ma come fa a gonfiare COSI’ un impasto del genere ???

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Vellutata di lenticchie rosse e carote all’arancia.

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Vellutissima !

Per la fortunata e mai iniziata serie “La cucina minimalista” …

… ma soprattutto per l’arrivo in loci italici di Miofratello …

Vi propongo la mia versione della Vellutata di lenticchie rosse e carote all’arancia che ho mangiato da lui in Irlanda lo scorso anno !!!

Per ogni persona gli ingredienti sono: uno scalogno, due carote piccole, una patata, una tazzina di lenticchie rosse decorticate, un arancia spremuta e non totalmente filtrata, due tazze di brodo vegetale. (tutto biologico, potendo !)

ooo

Dopo aver mezzo il brodo a bollire, fate soffriggere lo scalogno sminuzzato in due cucchiai d’olio. Nel frattempo sbucciate e tagliate a pezzetti la patata e la carota e aggiungetele al soffritto insieme alle lenticchie con un pizzico di sale. Aggiungete il succo d’arancia e quindi il brodo, poco a poco, finché le patate non saranno cotte e, dunque, lo sarà anche tutto il resto. Tirate via dal fuoco e passate tutto nel frullatore finché non ottenete la consistenza giusta. Servite caldo con un cucchiaino d’olio a crudo e una spolverata di cannella.

Buon appetito e Ben tornato a Miofratello !

Ps: non so se ho azzeccato perfettamente la ricetta … ma ringrazio il Quay Coop per averla proposta nel menù !

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I LOVE … dado per brodo !

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E’ un’autentica schifezza, il dado per brodo … ma per noi runner della vita corsa in solitaria (economica) … una cubica manna dal cielo. E’ solo che i suoi ingredienti fanno schifo, anche quando sono solo vegetali, anche quando sono biologici, contiene glutammato e BLABLABLA … Scoprire, quindi che farlo in casa è un’autentica STRONZATA … è stato un grande sollievo.

Dopo i dadini di soffritto, quindi … ecco la ricetta del dado vegetale !!!

1. Prendete 750 grammi di verdure biologiche lavate, asciugate, mondate e sbucciate da scegliere rigorosamente in base alla stagione. Di base, però, ci dovrebbero essere sempre carote, cipolle, aglio, sedano, prezzemolo e patate. Potete anche aggiungerci qualche cucchiaio di salsa di pomodoro.

2. Tagliate a pezzetti tutte le verdure.

3. Pesate a parte 250 gr di sale. (quindi un terzo del peso delle verdure)

4. Mettete tre cucchiai d’olio d’oliva in una pentola d’acciaio e fateci rosolare le verdure.

5. Aggiungete il sale, mescolate per bene, abbassate il fuoco e lasciate cuocere il tutto sotto al coperchio fino a quando le verdure non saranno stracotte (circa un’ora).

6. Frullate il tutto il più poltigliosamente possibile e riponetelo in un barattolo di vetro da tenere in frigo per un mese o nel contenitore del ghiaccio, se volete conservarlo per più tempo.

Sì, ho capito che si chiama dado, ma averlo in barattolo significa dosarlo meglio ed evitare di usare pellicola o alluminio per riporlo in quadrettini.

Sostanza piuttosto che forma in questo caso … e buon brodo !

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Auguri a tutti … con due ricette perse per strada !!!

Archiviando un po’ di foto ho trovato due allegre pietanze che ho dimenticato di “postare” ben due ricette … ma il caso vuole che siano un primo e un secondo ed entrambi con gli stessi ingredienti di base: RADICCHIO & PATATE & FONTINA !

Semmai vi venisse voglia di preparare un pranzo i Natale usando solo tre ingredienti, vi do una mano io !

Gnocchi di patate con sughetto di radicchio e fontina

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Per gli gnocchi: un kg di patate, e non mi venite a raccontare che esistono “le patate da gnocco, così non usi l’uovo” … si sciolgono TUTTI senza uovo, e 200 gr di farina, un pizzico di sale e un uovo.

Procedimento: bollite le patate in acqua salata e passatele al passa-patete; aggiugete l’uovo e impastate, quindi incorporate la farina a poco a poco fino ad ottenere un impasto omogeneo. Dividete l’impasto in quattro e con ciascuna parte fate dei salamini grossi un dito che taglierete a tocchetti. Sì, lo so che si deve fare la formina con la forchetta o checcazzonesò, ma io ho frettaaaa !

Condimento: Mettete una noce di burro in padella con un cucchiaino di salvia secca sminuzzata, quando il burro è sciolto aggiungete una tazza (a testa) di radicchio tagliato a pezzettini e coprite la padella con un coperchio. Quando il radicchio è appassito aggiungede la fontina a dadini e mescolate finchè non è sciolta. aggiungete poi gli gnocchi precedentemente cotti per 5 minuti in acqua salata e fate cuocere ancora il tutto per qualche minuto. Volendo potete aggiungere a crudo un giro d’olio, un pizzico di pepe e una spolverata di parmiggiano.

Sformato di patate e radicchio con fontina

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Sbucciate le patate e tagliatele a fettine rotonde spesse circa mezzo centimetro. Fatele bollire per quattro minuti in acqua salata e mettetele a freddare in uno scolapasta. Pulite il radicchio e separate le foglie. Tagliate la fontina a dadini. Oliate uno stampo e procedete a riempirlo a strati: patate, foglie di radicchio, fontina, sale, pepe e un po’ d’olio. Fate più “giri” se necessario e terminate con una dose vergognosa di fontina. Dopo aver pressato lo sformato con le mani mettete il tutto in forno a 200 gradi finché la fontina dello strato superiore non sarà sciolta.

Ho una nuova teoria sul tipo e la quantità di cibo che si consuma a Natale: se ne consuma così tanto e così sugnoso per superare lo stress da parentela.

BUON APPETITO e BUON ANALE !

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I’m a Prosumer_Ep.2: Il primo pane non si scorda mai.

Per addolcire l’amara pillola del post precedente, ho deciso di metterne un’altro per chi verrà irrimediabilmente colpito dalla “Sindrome dei sentimenti offesi” che potrà quindi dilettarsi nella lettura di qualcosa di più soft e bbono come’r pane !

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Guardate quant’è bellill’ … ho ricevuto commenti molto positivi, ma devo piantarla di far assaggiare le cose solo a chi mi vuole taaantobbbene. Orsù, odiatori della sottoscritta, venite ad assaggiare le mie creations !

E, appunto, ebbene sì … ho fatto il pane per la prima volta e per questo devo ringraziare una serie di fattori: il Miomone che mi ha regalato un kg di farina biologica di Kamut, la prima sfida della prima puntata di Beikoff e una delle ultime ricette di passionidabere.

In realtà credo di averci messo un’ora in tutto, compresa la cottura. A parte le 24 ore di lievitatura …

Ed è andata così: ho messo mezzo kg di farina sul tavolo insieme a mezzo cucchiaino di zucchero e uno intero di sale, dopo aver mescolato a mano ho fatto una montagnola con un buco in mezzo e l’ho riempita di acqua tiepida – 250 ml – in cui avevo sciolto una bustina di lievito secco biologico. Ho impastato il tutto fino a ottenere una palla e ho fatto riposare la palla per 12 ore sotto un canovaccio. Poi l’ho rimpastata e ho ho dato forma al pane. L’ho messa di nuovo a dormire nella teglia con la carta da forno e il canovaccio sopra per una notte e poi l’ho fatto cuocere a 200 per 30-37 minuti.

Quando torno sù faccio la pizza … anzi, la focacc’ !

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Tanti auguri Giulietto ! Questo sarà il tuo regalo !

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La tua avrà un aspetto migliore, promesso … ma a quanto pare la sostanza è risultata gradita agli assaggiatori/montatori di panna.

Oggi, e dicendolo mi tirerò addosso un bel po’ d’odio perché è una di quelle persone sensibili sul tema, è il compleanno della mia amica Giulietto. Lei crede che siano quasi le sette e che la sua stronzissima amichetta della triennale si sia dimenticata di fargli gli auguri … e invece !

Il fatto, Giulietto belligedda, è che ho passato tutto il pomeriggio a fare le prove generali per il tuo regalo di compleanno che ti verrà recapitato appena ci vedremo… ovvero una Fetta al latte formato king-size tutta per te !!!

Non avevo mai fatto una torta farcita prima d’ora, e ti dedico la prima della mia vita oggi, che non avrei mai fatto se non mi avessi ispirato con il tuo amore smodato per le due fette di Pan di Spagna al cioccolato con la crema al latte in mezzo.

Emmò condivido anche la ricetta:

Ingredienti: 2h di farina – 2h zucchero di canna – 4 uova – 4 cucchiai di cacao amaro – 1h di burro -1 bicchiere di latte – 1 bustina di lievito – 1/2 litro di panna da montare – 4h di crema di cioccolato

Procedimento: Sbatterele uova con lo zucchero fino a raggiungere un a crema molto spumosa, far fondere il burro del latte e aggiungerlo una volta tiepido alle uova e allo zucchero. A parte mescolare gli ingredienti secchi e aggiungerli al composto a poco a poco passandoli a setaccio. Far cuocere il tutto in una teglia rettangolare per 30 minuti a 180 gradi. Una volta sfornato lasciar raffreddare e poi tagliare il Pan di Spagna a metà  e spalmare la crema di cioccolato sulle due metà … si sto banalmente parlando di nutella, ma la Ferrero mi sta sui cogioni, quindi prendete una crema di cioccolato o di nocciole e cioccolato qualsiasi, magari biologica ed equa-solidale … così mi fischieranno le orecchie e saprò che qualcuno da qualche parte mi pensa . Farcite poi la torta con un generoso strato di panna montata e lasciatela riposare in frigo per almeno un quarto d’ora. Servire a temperatura ambiente.

Ringrazio per questa meraviglia la ricetta originale di Mimadre, il Miomone e il suo coinquilino che hanno MONTATO LA PANNA A MANO e Casa Koslovic che invitandoci per la cena mi ha dato la possibilità di testare la torta sui giudici notoriamente più severi del mondo: un gruppo di croati sbronzi.

Auguri Giulietto !!!

SEI VECCHIA !

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_well substantiated unpopular opinions_

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