Vorrei iniziare ringraziando Marco (mio ex collega di lavoro), che è stato il primo – e spero non l’ultimo – dei miei simili a concedermi un’intervista e che ha perciò dato il via a questo mio nuovo piccolo progetto: non solo scovare i miei simili – perché ci sono !!! – ma raccontarveli anche !!! In più cercherò di associare ad ogni intervista una recensione rapida del luogo in cui questa avviene, così se passate per Venezia evitate di farvi spennare.
Marco, appunto, classe 1989, viene dalla Calabria ed è iscritto al secondo anno del biennio specialistico in scultura all’Accademia di belle arti di Venezia, già in odore di tesi. I suoi genitori sono ripettivamente un’insegnante delle elementari e un cameriere con esperienza trentennale, ha una sorella di 17 anni e vive spendendo, tutto compreso, tra i 400 e i 450 euro al mese: 210 euro di affitto per un posto letto in tripla e il resto in cibo, viaggi verso sud e qualche aperitivo.
Lo incontro giusto in occasione dell’aperitivo al Remer, un posto imboscatissimo dove con 5 euro bevi e hai accesso – con piatti nemmeno troppo striminziti – al buffet tutto vegetariano. Per arrivarci, da Campo Santi Apostoli, oltrepassiamo il ponte e proseguiamo dritti fino al ponte successivo, noto come Ponte dei giocattoli: il primo vicoletto a destra, sì, quello minuscolo, dopo un paio di tortuosi passaggi obbligati, porta in quest’isoletta di pace, con tanto di pontile vista Rialto. Tappa in bagno obbligatoria: è il posto migliore del locale con il soffitto in legno e il lavandino di marmo !
Inizio a soffocarlo di domande di tipo anagrafico su anno di nascita, famiglia, spese mensili e poi, giù a piombo con la santa inquisizione, che qui mi sembra di aver trovato un leone bianco … mica roba di tutti i giorni !
Il primo lavoro non si scorda mai, qual’è stato il tuo primo lavoro ?
A 13 anni come tutto-fare in uno stabilimento balneare d’estate. Ho iniziato portando i lettini, piantando gli ombrelloni e poi sono rimasto lì per tutto il liceo facendo anche il barman, il cameriere …
E quali altri lavori hai fatto ?
L’imbianchino, l’idraulico, il cameriere, il barista, il commesso, il manutentore e … il collaboratore di laboratorio d’incisione.
Il collaboratore di laboratorio d’incisione ?
Essì, prima era l’assistente del professore che si occupava di coordinare e aiutare gli altri studenti in laboratorio, ora che li hanno fatti sparire, prendono uno studente e gli danno 200 euro … l’anno.
Ahpperò … un bel risparmio ! E ti piacerebbe fare quello, in realtà, nella vita? Voglio dire, qual’è il tuo lavoro dei sogni o quello che potresti fare per un bel po’ di anni ?
L’insegnante d’arte. Però di laboratorio, quindi pratica e teoria.
E storia dell’arte ?
Mmm, no, quello no … beh, poi se capita … però meglio di no !
Ma ti piacerebbe insegnare in Italia ?
Sì. Non voglio andarmente dall’Italia. Perché … beh … guarda ! (indica il mercato di Rialto al di là del Canal Grande).
L’arte è qui ?
Ehssì. Poi sono d’accordo con lo scambio. Sono stato all’estero e mi piace che gli studenti vengano qui a vedere, anche io sono qui per questo. Ma casa mia, in generale, è questa. E’ una cosa sentimentale.
Tornando per un attimo al lavoro … scusa ma sennò mi perdo … Cosa pensi che ti abbia dato il lavoro – a parte i soldi – e in particolare il fatto di aver iniziato a lavorare da giovane ?
Beh, il lavoro ti dà libertà … ma ti dà anche dei limiti. Sì: la libertà e i limiti.
A me è capitato che soprattutto nostri coetanei mi chiedessero proprio “Perché lavori ?”. Tu cosa risponderesti a un ventenne che ti pone questa domanda ?
Perché ho bisogno di soldi. I miei lavorano entrambi, ma vorrei togliergli questa preoccupazione. Vorrei diventare totalmente autonomo. [N.b. dopo aver lasciato il lavoro al ristorante, Marco ha iniziato a fare il commesso, ma ora ha deciso di prendersi qualche mese di stacco per lavorare alla tesi e di ricominciare a lavorare d’estate.]
Ad un certo punto della vita potrebbe capitarti di avere un figlio. A che età inizi a dirgli di trovarsi un lavoro ?
A sedici anni … io ho iniziato a tredici e forse era un po’ presto. Sedici mi sembra un buon compromesso.
Vinci 5000 euro. Che ci fai ?
Li metto da parte o li uso per scolpire, per comprare il materiale … poi, magari, una vacanzina …
Ti senti penalizzato nello studio essendo uno studente-lavoratore ?
Mah, penalizzato … diciamo che la maggior parte dei professori non ci pensa proprio. Ce n’è uno di pittura che pretende ci si dedichi lla sua materia totalmente, non solo senza considerare il lavoro, ma nemmeno le altre materie.
Conosci altre persone che studiano e lavorano ?
No … anzi, forse una … ma non la vedo molto a lezione, infatti … e poi è rimasta indietro con gli esami. Non è facile.