Anche se oggi c’è un nebbione, pazzesco, GIURO, non è per questo che proprio oggi mi metterò a scrivere di umidità. Beh, certo, non vedere a quattro metri davanti a sé fa il suo effetto … ma vorrei trattare la faccenda in termini generali.
In uno dei miei primissimi post, scritto nei fumi dell’agosto romano, avevo isolato le caratteristiche che rendono una città meno dispendiosa in termini economici ed ecologici. In quello stesso articolo vantavo anche le potenzialità della mia casuccia appena esplorata e millantavo la robustezza delle doppie finestre anti-spiffero … in realtà non chiude bene né quella interna né quella esterna !
Ebbene, tra le suddette caratteristiche ce n’era una di cui non avevo affatto – e me ne pento – tenuto conto: il clima e, in particolare, l’umidità relativa annua di questa simpatica palude.
Ora, come fa il clima di un luogo a torturarmi così sapientemente l’esistenza ???
Andiamo in ordine:
A come Acqua alta: in realtà è la cosa con cui combatto meno … mi piace, anzi, soprattutto quando è bel tempo e le foto vengono benissimo (devo aggiornare Flickr). Se però piove da sopra e sale l’acqua da sotto e non è stata prevista e devi andare a lezione per forza … scatta la bestemmia. N.B. Venezia non si allaga per la pioggia, ma per le maree che sono più frequenti nei mesi di novembre e febbraio. E non ne parliamo più … anzi, un’altra cosa, se al Tg dicono che c’è “un metro e venti” d’acqua non vuol dire che io cammino con solo la testa di fuori, ma che l’acqua è un metro e venti sopra il livello del mare, ovvero 20cm nel punto più basso della città, che è Piazza San Marco.
B come: Brutto tempo. Mi stupivo con i coinquilini l’altro giorno del fatto che non piove da lameno tre settimane. Credo di non aver mai vissuto a Venezia un periodo così lungo senza pioggia … e infatti c’è il Nebbione (vedi alla N). E quando non c’è il Nebbione, c’è quel cielo bianco all’inglese … ma senza prati.
C come Caldo: ho la fortuna di fuggire da Venezia per l’estate. L’ho fatto lo scorso anno e lo rifarò, ci potete giurare. Ma appena mi sono trasferita ho provato l’ebbrezza del caldo veneziano: zanzare (vedi alla Z) a plotoni, sudore (vedi alla S) a fiumi, puzze (vedi alla P) allucinogene, umidità (vedi alla U) che cola da ogni superficie … e poi dici “Perché il 15 giugno scappi ?”.
D come Depressione: vi assicuro che quando piove per dieci giorni o anche due settimane di fila e fa un freddo porco … altro che meteopatia: ci si deprime che è una bellezza !
E come E Doccia: mi è venuta in mente un’altra cosa con la D anziché una con la E. Ti senti zozzo, unto, maleodorante. Il che ci sia poco smog non aiuta: l’istinto è quello di farsi più docce possibili … e lo dico io che ne faccio una a settimana più una lavata di capelli. Se non fosse che l’idea di spogliarti co’ sto freddo sembra meno razionale che spararti un grammo di eroina nella cornea con un ago rotto … non faresti altro che lavarti.
F come Freddo: si scende sotto lo zero, spesso e volentieri e, soprattutto per un sacco di mesi di fila. L’umido (vedi U), complica le cose. Nelle temperature basse troviamo anche la causa della scarsità di cibo. Le mie verdurine l’anno scorso non sono state recapitate per quasi due mesi a causa del ghiaccio – vedi voce successiva – che le aveva compromesse.
G come Ghiaccio: ad un certo punto, di solito i primi di dicembre, sui ponti si sparge il sale. Significa che di notte gela e che i primi avventurieri del mattino rischiano di scivolare e farsi male. Verso febbraio, invece, si è in trincea: si rischia tutti e tutto il giorno perché il ghiaccio non se ne va mai.
H come “Ho la sinusite”/”Ho la pressione bassa”: in poche parole, il freddo, il caldo, l’umido e tutta la rosa di climi dell’isola fanno ammalare. A seconda delle patologie “preferite” si ha un ventaglio di possibilità molto vario e variopinto … ma in generale ci si sente fiacchi, doloranti, poco reattivi, poco socievoli, un po’ maltrattati.
I come Isola: siccome di isola Venezia ha proprio poco: niente spiagge, niente clima mite, niente natura incontaminata, poco sole … leggerò questa voce come presente indicativo del verbo isolare. Vedi anche Depressione.
L come Laguna: intorno alla suddetta isola c’è una laguna, ovvero una pozza di acqua che viene sistematicamente inquinata da ché la zona circostante è stata adibita a polo industriale. Ma non mi voglio soffermare più di tanto sull’argomento Marghera, Grandi Navi, Moto Ondoso e simili … perché tratterò la cosa a parte.
M come Muffa: per non far andare in muffa qualsiasi cosa nel giro di poche ore è necessario tenere tutto in frigorifero ed ermeticamente chiuso dopo essere stato sapientemente asciugato nel caso, ad esempio di frutta e ortaggi. Non avete idea di quanta roba abbia dovuto buttare prima di arrendermi all’evidenza della moquette verde su un pane aperto il giorno prima o dell’odore acre di marmellata andata a male dopo due giorni di dispensa anziché di frigo. Quando a muffire sono le stoffe, i legni, i muri … sei ad un livello superiore.
N come Nebbione: romantico e un po’ horror, il problema del nebbione è che trattiene il freddo all’interno dello scheletro e, se siete senza cappello, del cervello.
O come Ossa: credo che la parte del corpo umano che risente maggiormente di questo clima siano proprio le ossa. I reumatismi pare siano diffusissimi, ma sono i doloretti diffusi e persistenti che mi preoccupano di più. In particolare quelli al cranio, nel mio caso: ho avuto un attacco di sinusite lo scorso anno appena arrivata e uno quest’anno una decina di giorni fa. Va bene che da quando sono vegetariana durano solo una notte anziché una settimana … ma mi rendo conto che il clima è davvero quello perfetto per mettere K.O. una sinusitica congenita come me, e quindi cerco di prevenire in tutti i modi l’avvento del noto mal di testa con blocco dei seni paranasali.
P come Puzza: qui puzza tutto. Altro che Suskind ! Il fatto che ci sia acqua ovunque e in particolare che tale acqua sia praticamente una fogna a cielo aperto, rende forse l’idea. L’aria puzza, qualche giorno di più e qualche altro di meno. Ma sempre. Il fatto che, ripeto, c’è l’umido, che la spazzatura abbia una raccolta un po’ … creativa e che la stragrande maggioranza delle attività economiche siano pensate per il turista mordi e fuggi aggiunge ulteriori effluvi pronti da riconoscere: puzza di sudore dei turisti che non si aspettavano di camminare e sudare così tanto, puzza di veneziani che per non puzzare si fanno il bagno in cosiddetti “profumi”, puzza di scarico, puzza di olio fritto, puzza di motore di barca, puzza di pesce, puzza di bruciato, puzza di cucina pessima, puzza di spazzatura, puzza di piccione e gabbiano e sorcio e cane, puzza di marcio, puzza di umido, puzza di alghe, puzza di muffa, puzza di merda, puzza di vomito e piscio nelle calli vicine ai bar, puzza di polvere, puzza di deodoranti di ogni tipo, puzza di sigaretta che nelle calli larghe un metro sei costretto a respirare a pieni polmoni … potrei scrivere un trattato solo sulla puzza di Venezia, ma non lo farò perché mi basta sentirla tutti i giorni.
Q come Quando me ne andrò sceglierò la città meno umida e meno fredda d’Italia … per recuperare !
R come Refrigerazione : il fatto che il caldo diventi piuttosto insopportabile circa a dieci minuti dall’uscita di scena del freddo, fa sì che qui ci sia un ampio uso di tecniche di raffreddamento rigorosamente poco efficaci e altamente inquinanti e dispendiose. Forse uno dei primi contatti della cosiddetta Terra Ferma con il dialetto veneziano – esclusion fatta per i lettori di Goldoni – è avvenuto tramite una nota pubblicità del condizionatore. Ebbene, quando arriva l’afa il getto gelido di questi ultimi unito al getto d’aria calda dall’altra parte del congegno regalano contratture muscolari, raucedine, mal di gola, raffreddore in pieno agosto e cagotto a cascata.
S come Sudore: sudo ergo sum. Nella venefica Venezia, altro che serenissima, per rivendicare la tua esistenza devi compiere il gesto più spontaneo di questi loci: sudare. D’inverno o d’estate è un imperativo categorico: esci di casa in un brivido a gennaio e dopo dieci passi già grondi e devi soffiarti il naso perché sembra di sudare anche da lì. In estate è veramente NECESSARIO cambiare un vestito al giorno perché togliendolo a sera, con un buon quarto d’ora di strattonate vioente, è da strizzare se non da buttare.
T come termosifoni: siccome siamo in una casa di ecologisti/risparmiatori, abbiamo acceso il riscaldamento solo due settimane fa. In realtà siamo arrivati ad avere una tale resistenza al freddo che lo accendiamo solo quando dobbiamo farci la doccia, oppure – e non scherzo – quando ci accorgiamo che il fiato si condensa e quindi stiamo intorno ai 12 gradi. Questa resistenza ha una certa comodità a livello economico ed ecologico e ci rende buffi quando usciamo dalla palude e prendiamo a spogliarci di corsa. In realtà immagino che la spesa veneziana per il riscaldamento, sia in termini energetici che in termini economici insostenibile.
U come Umidità: in realtà la Grande Causa della maggior parte delle mie pene risiede nella presenza perenne e molto incombente di quest’ultima. Il cibo che va a male, i panni che non si asciugano, la puzza generalizzata, l’incombere di sinusiti e raffreddori, il fatto che prima non riesci a scaldarti sotto il piumone prima di dormire e poi ti svegli incollato al letto … è tutta. colpa. sua.
V come Vestiti: non si asciugano mai. E noi siamo fortunati perchè abbiamo il posto per stenderli sul pianerottolo e non dobbiamo attendere sporadiche giornate di sole per mettere a stendere tutto fuori in balia della merda di piccione e gabbiano … Nonostante ciò il primo giorno restano bagnati, indipendentemente dalla temperatura, dopo dodici ore attaccano a puzzare, ma non sono mica asciutti ! Li tocchi e sembra di toccare un vestito che a vedersi non è sporco, ma che stai indossando da una settimana: restano mollicci, quasi viscidi. Che splendore. Inoltre bisogna usarne un sacco e anche di buona qualità se si vuole restare illesi in seguito agli attacchi del freddo, il che costringe i nuovi arrivati ad ingenti spese di approvviggionamento Gore-Tex, guanti, cappelli, sciarpe, calzini … quando me ne andrò voglio donare parte del mio guardaroba a un veneziano. Gli metterò una mano sulla spalla e passandogli la busta dirò “Fatti forza … ma soprattutto cambia città, che mica siamo nati per soffrire.”
Z come Zanzare: d’estate non ne parliamo, ma … le abbiamo ancora in casa, un po’ stordite, è vero … ma quando vieni punto i primi di dicembre, mentre ti stai letteralmente cagando addosso dal freddo ti guardi attorno e dici:
“Ma come gli è venuto in mente di venire a costruire una città in un posto così inospitale ?!?!”