La versione sottotitolata in italiano è qui
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La fregatura insita nell’acquisto di calzettoni a stock – e di mutande a stock, canottiere a stock e simili … – è che sembrano programmati per rompersi all’unisono. Ne buchi uno indossando una scarpa nuova ? Gli altri otto paia, riposti nei cassetti, si bucano per par condicio.
Chiaramente, ho le prove.
E che se fa, se butta ???
NOOOOOOO !!!
Si rammenda, bambini !
Ecco una guida fotografata per permettervi di rammendare qualsiasi buco !
N.B. Ho lasciato la mia scatola del cucito – esatto, nel 2014 non ho facebook, ma HO una scatola del cucito – a Roma, lì avevo un bellissimo uovo da rammendo appartenuto alla mia bisnonna. All’inizio mi sono disperata un po’, tanto per gradire, ma poi ho pensato … chi di loro avrà mai un uovo da rammendo ?!
Intanto lavate il calzino incriminato in lavatrice, lasciatelo asciugare per bene e poi, dopo aver preparato il filo e l’ago (infilate un’estremità del filo nell’ago, ricongiungete le estremità e le annodate insieme ) ve lo infilate al rovescio sulla mano e tendete la parte bucata aprendo le dita.
Poi, partendo da sotto, infilate l’ago in orizzontale tra i due lembi separati.
Ripetete l’operazione andando verso l’alto e tirando il filo ad ogni punto fino a chiudere tutto il buco.
A questo punto tornate in giù infilando sempre l’ago in orizzontale ma all’altro verso.
Quando arrivate al punto di partenza fate un paio di nodi al filo e tagliatelo.
FATTO !
Chiaramente la mia scelta di filo rosso su calzino grigio è stata fatta solo per agevolarvi la comprensione … ma d’altra parte chi li vede i calzini ???
RIDUCO, RICICLO, RIUSO … RIPARO !!!
Partiamo con la ricetta di questo versatile piatto orientale che incontra il gusto di molti occidentali: la zuppa di miso con gli udon. La zuppa di miso in Giappone è come la lasagna italiana: mia madre la fa meglio della tua perché la fa in un modo che tu non puoi capire. Il miso è soia fermentata insieme ad altri cereali e fa benissimo a un sacco di cose … ma è un po’ una droga, quindi fatene un uso moderato … se lo adorerete sarà da subito e per sempre.
Io l’ho fatta così: ho fatto bollire circa un litro d’acqua con il mio dado vegetale, un piatto di champignons tagliati finissimi e mezza cipolla a tocchetti. Una volta cotti i funghi ho aggiunto gli udon e dopo due minuti ho spento il fuoco e ho aggiunto l’alga wakame e un cucchiaino di miso di riso e ho mescolato fino a quando il miso non era completamente sciolto. Si mangia caldo con le bacchette e alla fine si beve il brodino.
Per quanto riguarda il digiuno … Ci avevo già provato l’anno scorso ma con dubbio risultato. Ad un certo punto il venerdì di digiuno era coinciso con il giorno prima del ciclo, cosa che – a causa del ruolo fondamentale (ho scoperto dopo) dei lipidi nella formazione degli ormoni che “preparano” l’arrivo del ciclo – ha fatto scomparire lo stesso generando allarmi e panico.
Ho quindi smesso riproponendomi di aggiornare le mie conoscenze in materia prima di ritentare. E qualche giorno fa – per gli stessi motivi consultabili allo scorso tentativo – ci ho riprovato con l’idea di ripetere questo mio rito paganissimo una volta al mese, a ciclo ultimato.
Questo mese è andata molto bene, il mio corpo sembrava ricordare che avrebbe ricevuto cibo a cena e non ha fatto i capricci. Vedremo come andrà il mese prossimo !
E’ da dicembre che ho in testa questo post. Ho dato il primo esame della sessione il 20 dicembre e mi son detta:
“Bene, quando avrò dato l’ultimo esame della sessione, lo scriverò”.
Signori, siete tutti testimoni: avrei dovuto dare l’ultimo esame oggi alle 17 e sempre oggi – 26 febbraio 2014 – l’esame è stato spostato al CINQUE.DI.MARZO. Nel frattempo, tanto per dare coraggio agli studenti -lavoratori-autospesati (merce rarissima) o agli aspiranti tali ho collezionato quattro trenta cum laude, che mi sono valsi una teglia per dolci e un cerchietto di velluto. Perché io mi premio … come i cani antidroga.
… E siccome se devo ridare l’esame è tuttacolpamia, o meglio della mia secchiaggine ormai conclamata e incontenibile – ebbene sì, quest’esame l’ho già dato e ho praticamente rifiutato un voto già di per sé alto perché voglio il 30 – … non pongo altro tempo in mezzo e vi scrivo qualche cosa sull’essere studenti e rendere compatibile questa sventurata condizione di vita con l’ecologia e la perenne squattrinatezza.
Number_one: La Carta_ se sei uno studente, la Foresta Amazzonica ce l’ha con te per principio. Per placarla devi ricordarti del suo umido urlo primordiale ogni volta che stai per fare una fotocopia, comprare un libro, comprare un quaderno …
a. Dai libri non si scampa, se vuoi dare l’esame devi essere in loro possesso per almeno un tot. Hai diverse strade: se hai dei rari professori SANTI che mettono il libro sulla loro bacheca in formato e-book, dai loro il culo perché se lo meritano; se dai l’esame insieme ad altre persone ammortizzate i costi e le spese procurandovi una copia del libro in questione da usare a turno – ma che sia gente fidata ! Anche dare gli esami in batterie da due è un’ottimo metodo – e che sia rigorosamente usata. Idem per i libri fotocopiati: to share ! TO SHARE ! TUSCER. Toucher ? Vabbè. Se il professore è l’autore del libro e tende a mettere 30 a chi lo espone nuovo di zecca sul banco … non fatemi essere volgare. Io comunque, siccome i libri dell’università sono una delle voci di spesa a carico dei miei li scarico sul kindle, li compro usati o – se non si trovano – nuovi e poi li spaccio AL POPOLO che ci studia sopra o – ARGH – li fotocopia.
b. Le fotocopie hanno un’utilità qualora il loro uso non si trasformi in un abuso. Scrivere velocemente – stenografare è un’arte che dovrebbe essere nuovamente fruibile ai più – permette di copiare gli appunti delle lezioni mancate (per lavoro) dai quaderni altrui. Fotocopiate appunti e libri solo in caso di imminente autocombustione degli stessi e rigorosamente fronte-retro. Una volta usato il libro fotocopiato può essere rivenduto o ceduto. Non si butta nessun foglio che non sia stato utilizzato da entrambi i lati.
c. I quaderni: per prendere gli appunti vanno bene un mucchio di fogli usati solo da un lato e spillati sapientemente in un angolo. Semmai vi servisse un quaderno – io ne ho uno avanzato dalla triennale che ho trovato a casa dei miei a dicembre e uno per francese, perché non avendo una grammatica di riferimento per il corso è quest’ultimo a fare da manuale – compratelo di carta riciclata in EU o meglio in Italia, ma solo dopo esservi assicurati di non averne altri. In alternativa potete scegliere quelli con il marchio fsc, ovvero fatto di carta proveniente da foreste gestite responsabilmente. Un’ultima frontiera è la carta fatta di pietra, ehssì, andate a leggere ! Io ne possiedo un piccolo esemplare che mi da grandi soddisfazioni ! Ah, molte ONG propongono quaderni in carta riciclata o Fsc acquistabili nella parte del merchandising del sito. E poi c’è sempre il commercio equo e solidale !
d. La tesi si stampa – perché alla fine sei lì per laurearti … quindi dovrebbe succede ad un certo punto che ci sia una tesi – su carta riciclata con copertina di cartone. Ebbene yes.
Consigli extra: scrivete piccolo, più piccolo che potete, e aggiustate il vostro metodo di studio … ovvero, se per dare un esame avete bisogno di leggere il libro, sottolinearlo col righello, riassumerlo, schematizzare i riassunti, schematizzare gli appunti, fare le mappe concettuali al computer e stamparle attaccandole al cesso o sull’armadio, ripetere il tutto per tre settimane … la mia diagnosi è che avete troppo tempo a disposizione, troppa ansia a cui porre rimedio e/o un disturbo dell’apprendimento di vasta portata.
Number_two: La cancelleria più in generale_ Di alcune cose si può fare a meno: bianchetto, evidenziatore – io ne ho tre che resistono dal primo anno di triennale ! – righelli, penne che sparano gel glitterato al profumo di fabbrica. Altre suppellettili sono tristemente necessarie:
Penne di colore neutro: io, finché non finiranno, userò le “penne dei convegni” …
(PARANTESI: se sei uno studente universitario DEVI partecipare a più convegni (anche festival, assegnazioni di premi e di lauree honoris causa) possibile, specie quelli in cui figurano molti sponsor. Perché si imparano un mucchio di cose, intanto, ma soprattutto perché sono fonte inesauribile di penne, matite, pennette usb e fogli di carta … senza contare quegli eventi magnifici in cui ti offrono anche il pranzo o l’aperitivo, o il caffè … E’ UN INVESTIMENTO !!!)
… dicevamo. Quando le penne dei convegni finiranno, e quando finiranno quelle abbandonate sotto i banchi e in biblioteca (W la sbadataggine … altrui) mi rivolgerò all’ampio mercato delle penne ricaricabili di cui ho già un bellissimo esemplare lilla regalatomi da Giulietto e un altro bianco che pesa come un ferro da stiro, regalo dei nonni.
Matite: vedi il discorso convegni. Già la matita in sé è poco impattante, inoltre ne esistono diversi modelli eco-compatibili e fabbricati in Italia o sponsorizzati da ONG. Da non dimenticare i portamine di metallo: mio nonno ne ha passato uno alla nostra famiglia che resiste dagli anni ’50 !
Gomma da cancellare: io ho le stesse due dal liceo, ma anche qui, ne esistono infiniti modelli a basso o nullo impatto.
Temperino: di metallo. Se sei abbastanza furbo, lo compri in prima elementare e non lo molli più.
Number three_Vivere di buon senso_1.RELAX! Non siete i primi a frequentare l’università e non sarete gli ultimi, quindi gli psicofarmaci non sono ammessi, mentre il sesso selvaggio è prescritto e suggerito. 2. Hai diritto ad essere fuori sede SE vivi a più di un’ora dalla città dove si trova la tua università. Sennò sei pigro. 3. Condividi la tua casa con più persone possibile. 4. Mangia ragionevolmente, impara a cucinare nell’ottica di produrre pochi rifiuti e condividi la spesa e i pasti. 5. Spostati a piedi o in bici o con i mezzi SE il tragitto è ragionevolmente impervio. 6. Riduci, ricicla, riusa, rattoppa … riSHARE.
La chiave di molte di queste azioni – a parte l’acquisto di oggetti poco impattanti – sta nella collaborazione e nella condivisione con i vostri simili. Purtroppo gli studenti Cafoscarini, o almeno un buon 80% di loro non capisce il senso di questa mia affermazione. Avevo parlato di loro in uno dei miei primi post, un post troppo lungo per la verità, come questo. La solidarietà qui è nemica della competizione. Per fare un esempio su tutti, non solo c’è gente che VENDE i propri appunti … ma c’è gente che LI COMPRA !
Io a Roma ho visto gente che non conoscevo studiare sui miei appunti per i corridoio, io stessa ho usufruito di appunti e libri di perfetti e amichevolissimi sconosciuti. La mia tesi di triennale è stata scritta in 48 a 18 mani, così come molte tesi di altri amici … tranne il fatto delle 48 ore che nel mio caso sono state un ameno – nel senso che se la becco LA MENO – regalo della mia relatrice. In somma, il verbo è SOLIDARIZZARE IL BUON SENSO.
Chi mi ha vista mangiare almeno una volta è stato testimone delle meraviglie del mio metabolismo, ma chi ha avuto l’occasione di fare colazione con me a casa è stato testimone del mio forte attaccamento emotivo al cibo e in particolare al primo cibo che ingerisco dopo una notte di vera e propria astinenza, ovverosia si è reso attore partecipe di quella che io chiamo La Colazione dei Campioni.
Ho da sempre e continuamente fame, e la fame è brutta. Ogni due ore e mezza si affaccia QUELLA sensazione alla bocca dello stomaco, figurarsi quindi cosa succede al mio smilzo organismo quando lo lascio a digiuno per sette ore di fila ! Si ribella: non è raro che io mi alzi dal letto la mattina sospinta dalla fame ed è praticamente la regola, per me, consumare cinque pasti al giorno: la colazione, la seconda colazione, il pranzo, la merenda, la cena. Se resto alzata oltre le undici, quindi praticamente sempre, spizzico qualcosa anche dopo cena. Di tutto il cibo che ingerisco quello fondamentale alla riuscita della mia giornata è però, ripeto, LA COLAZIONE.
Appena iniziate le lezioni universitarie a Venezia è sorto un ulteriore problema: una volta arrivata e lezione, dopo 30-40 minuti di corsa su e giù pe’i ponti con zero gradi e pioggia a secchi … avevo di nuovo fame ! E non ero affatto in grado di aspettare metà mattinata per ri-mangiare, quindi mi sparavo subito lo spuntino e poi alle 10 mi compravo qualcosa in giro, perché a quel punto la fame arrivava di nuovo. Guardate che è brutto essere affamati cronici !
La soluzione mi è stata indirettamente suggerita più volte, ma ho potuto sperimentarla in prima persona solo quest’estate a casa di Miasuocera, ed è La Crema Budwig. In realtà, quella che mangio io è più una derivazione della dottoressa Kousmine che ha modificato la ricetta della dottoressa Budwig … raddoppio gran parte delle dosi, eppoi ci butto in mezzo sempre qualcosa di sugnoso perché sennò mi sparisce il ciclo. Ringrazio – anche se sono un po’ troppo fondamentalisti e parlano troppo spesso di “indispensabilità”, per i miei gusti – il sito Kousmine.net perché è da lì che ho prendo spunto ogni volta che la preparo, perché diciamolo, non è che uno lo faccia TUTTI I GIORNI … Diciamo che però ce l’ho sempre in mente e cerco di assumere le varie componenti durante la giornata, anche senza frullarle – basta un macinino da caffè o un frullatore di qualsiasi tipo: io ne avevo uno in casa – per forza tutte al mattino.
Ebbene, eccovi gli ingredienti in edizione commentata:
• Semi oleosi: acidi grassi polinsaturi omega 3 e omega 6 + proteine = un cucchiaio e mezzo di semi di lino macinati e/o frutta secca oleosa come mandorle nocciole e noci.
• Una banana o 1 cucchiaino di miele: (danno zuccheri rapidi, potassio e fibre solubili) soprattutto se non andate pazzi per i sapori aciduli, andategi giù pesanti col miele.
• Un frutto di stagione: carboidrati ad indice glicemico medio basso, vitamine e fibre = io questo non ce lo metto perchè mi piace mangiare la frutta a morsi e poi sennò ci metto troppo a finirlo. Portatevela dietro la frutta ! Ah, tranne le fragole e le ciliegie … quelle ci stanno benissimo a pezzi !
• Mezzo limone, succo o intero: acido citrico e vitamine = Se consumato con la buccia (bio!) è meglio. Questa è la parte che mi piace di più.
• Cereali crudi finemente macinati: zuccheri lenti, auxine (secondo la Kousmine fattori di accrescimento cellulare) e fibre non solubili = un cucchiaio di orzo, riso, grano saraceno, avena farro. Personalmente uso quelli in fiocchi che sono più facili da macinare.
• Yogurt o tofu o ricotta magra: (proteine di qualità) Di tofu ne bastano 75 gr, lo yogurt sarebbe un vasetto – io uso sempre lo yogurt che faccio io – e ci vorrebbero 100 grammi di ricotta … ma tofu e ricotta costano troppo per essere mangiati tutti i giorni ! Si possono sostinuire questi alimenti con 100 grammi di facioli cannellini o ceci, ma questa variante non l’ho mai sperimentata.
N.B. La Budwig può essere anche salata, per esempio:
• lino, avena, pomodoro (100 gr), una gamba di sedano, yogurt, uno scalogno, un pizzico di sale
• lino, riso, una grossa carota, una manciatina di prezzemolo, ricotta magra, mezza mela, pochissimo sale.
Qui non ho fatto esperimenti … anche se penso che d’estate questa versione potrebbe fungere da sostituto del Gazpacho, che è un’altra delle mie droghe preferite. Ve lo dico a giugno !
Il mio maggior dilemma culinario durante lo scorso anno è stato quello relativo al soffritto.
Ehm … Spiego: il soffritto è una genialata inventata per sopperire alla mancanza di sapore di pietanze varie. O così dicono. Secondo me, invece, è un mantra. Qualsiasi cosa ti venga in mente di cuinare o quasi, inizia con cipolla, aglio, carota, sedano e prezzemolino. Oppure, proprio se non hai idea di cosa cucinare, ti inizi a triturare la tua brava cipolla, che se hai voglia di piangere è ‘na mano santa, sbucci e scubetti anche la carota … e via … sei pronto per fare in ogni caso una super-figura agli occhi di qualsivoglia coinquilino.
Ebbene, niente soffritto. Tutto ciò mi è mancato lo scorso anno, proprio nel momento del bisogno, quando il pomodoro non è mai fresco e assolato, il basilico non esiste … Ho cercato dei palliativi, quando ne portavo un po’ da Roma, quando supplivo col dado biologico, quando ho tentato di comprare meno di mezzo chilo di prezzemolo senza scatole di plastica … perché avevo capito che non funzionava come a Roma, ovvero che se compri la verdura al banco del mercato il verduraio ti chiede “Signori’, tii metto ‘ddu odori ?”.
Ma quest’anno no, ho trovato il sistema !
Ho comprato una retina di cipolle biologiche alla Coppe, una scatola di carote biologiche – perchè la verdura biologica è l’unica che non si vende a peso, alla Coppe – e poi ho aggiunto sedano e prezzemolo alla lista di Sant’Erasmo … e devo ammettere che non me li hanno fatti pagare anche se sul sito c’era scritto “Un euro a mazzetto”. Poi ho triturato il tutto e l’ho diviso in un barattolo di vetro da tenere in frigo – ma metteteci dell’acqua che se no puzza di acido dopo pochi giorni – e nel contenitore per il ghiaccio che ho fotografato stamattina appena sveglia con mano molto ferma.
E il bello è che l’ho fatto un mese fa e ancora ho tutto quello surgelato !
Appena prima del mio ritorno, è finita l’estate.
Qui a Venezia si boccheggia tutt’ora nell’afa tanfogena … ma obiettivamente, legalmente e convenzionalmente, la bella stagione ha cessato di essere e io devo aggiornarvi sulla mia wishlist estiva. Siccome è andata un po’nammerda perché il tempo è tiranno, ma ha comunque sortito un effetto tangibile su me medesima, oltre a darmi la possibilità di informarvi su determinate buone bratiche estive, tralascerò ogni commento e non linkerò nulla. Quello che ho fatto è stato già raccontato e non occorre tediarvi oltre.
1. Tornare da Mammapapà.
2. Andare a trovare gli amici.
3. Corsi di formazione. L’8-9 giugno vale come estate … eddaisì !
4. Campeggio libero.
5. Fare volontariato.
6. Andare in ritiro in una comune o in un monastero.
7. Fare wwoofing(n.b.: andare nelle fattorie biologiche e lavorare in cambio di vitto e alloggio). Qui è tuuutta colta dell’università. L’hanno scorso avevano i niziato i corsi a ottobre, quelli della nuova specialistica … quest’anno il 19 di settembre … SPORCHIBBASTARDI ! Io avevo già pronta la mia settimana sicula !!!
8. Fare un lavoro in cui ti si garantiscano vitto e alloggio. Peggio che anda’ de notte.
9. Viaggiare andando ospiti dalla gente. Ni: abbiamo fatto Ferragosto a Parallo a casa del cognato del Miomone … vale ?
10. Si accettanto consigli.
Vi do appuntamento al prossimo fine settimana con ricchi premi e cotillon.
… qualcuno di voi sa mica cosa sono ‘sti cotillon ???
Questa è la lista di “fioretti liberi” – ovvero, ognuno si prende le sue responsabilità, evitando l’inquisizione spagnola – che abbiamo stilato io e i ragazzi parlando delle nostre abitudini ecologiche. Eeeehm, spiego …
1. La media matematica delle nostre docce settimanali: è 4.88. La maggior parte dei ragazzi, compresi alcuni sedicenti ecologisti, fa sette docce a settimana, di base. ebbene, ieri, dopo una passeggiata immersi nella pioggia e nel fango, ci siamo fatti tutti la doccia. Ebbene, stamattina, dopo circa dodici ore, almeno tre persone hanno fatto un’altra doccia !
2. Ho notato che le luci venivano regolarmente lasciate accese, sempre e comunque. Ho proposto ai ragazzi di spegnerle una volta usciti dalla stanza e di spegnere anche quelle lasciate accese dagli altri. Ebbene, stamattina, dopo l’uso del bagno, erano accese quasi tutte … ma poco fa un ragazzo è entrato in camera e ha detto “Scusa, ero venuto a spegnere la luce perchè pensavo non ci fosse nessuno !”.
3. Ho messo a disposizione il mio laptop perchè chiunque possa usarlo. In questo modo si fanno i turni, lo si usa giusto il necessario e tenendolo attaccato alla corrente senza la batteria, perchè la batteria è nel mio zaino. Il primo giorno ognuno ha usato il suo bravo Iphone/computer, ma oggi già due ragazzi hanno chiesto la password per usare il mio … il che li ha portati a parlare di sistemi operativi “alternativi”.
4. La media dei pasti settimanali non vegetariani è molto bassa: 4. Io e la ragazza russa abbassiamo la media di molto con il mio zero ed il suo uno – il suo vegetarianesimo è in progress – ma il ragazzo messicano la alza con il suo bravo 14. In ogni caso, oggi che abbiamo mangiato fuori a Biella, quasi nessuno ha preso cose “carnose” e tutti hanno accettato di mangiare vegetariano qui in Villa, visto che Marina è una straordinaria cuoca vegetariana ! E tra l’altro usa le verdure dell’orto e i formaggi del posto per cucinare …
5. Qui in Villa si fa la raccolta differenziata e, dopo le prime incertezze sul colore dei bidoni, la cosa pare funzionare. Domani è il primo giorno di lavoro e vedremo come andrà la seconda parte della questione rifiuti: lasceranno pulito il loro passaggio raccogliendo anche ciò che eventualmente altri hanno lasciato ?
6. In generale, qualsiasi aspetto della nostra vita – come scrivo imperterrita da circa un anno in questo spazio – può essere modificato in chiave ecologista. A loro ho suggerito di comprare souvenir del posto, con un imballaggio ragionevole e di produzione artigianale … ebbene, hanno iniziato oggi con grappa e Barbera a gogo !
Dell’acqua abbiamo ulteriormente parlato a parte perchè ho illustrato loro la faccenda dell’I.C.E. per l’acqua come diritto umano (se non avete ancora firmato la petizione potete farlo qui) e l’Associazione Pacefuturo ci ha fornito delle simpatiche borracce da portare in giro per evitare di comprare acqua in giro. All’inizio le hanno lasciate un po’ in giro a cavolo … ma stasera ognuno ha riempito la sua prima di andare a dormire !
… e ora lo faccio anche io !
[eppoi feisbuccalo e tuittalo … effa’mpò te !]
I sta per Iniziativa. C sta per Cittadini. E sta per Europei.
Funziona all’incirca come una proposta di legge di iniziativa popolare:
– Hai dodici mesi (e in questo caso, ripeto, mancano 14 giorni)
– Devi raccogliere un milione di firme
– Devono essere suddivise in almeno 7 stati europei seguendo determinate percentuali di popolazione
In Italia ne servono 54.750, il che non dovrebbe essere un problema visto che 27 milioni di italiani sono andati a votare per l’acqua pubblica all’ultimo referendum.
Perchè la petizione che vi chiedo di firmare parla proprio di questo: rendere l’acqua (e i servizi igienico-sanitari) un diritto umano da estendere il più possibile sia in Europa che nel resto del mondo e di rendere questo servizio un servizio pubblico, efficiente e alla portata di tutti.
L’ho detto anche ai “miei ragazzi qui”, sperando che faccia effetto …
Altre informazioni, video e materiale utile su: http://www.right2water.eu/it
Intanto, vi anticipo l’happy-ending: ce l’abbiamo già fatta, in realtà !
L’estate dura fino al 23 settembre e la mia tabella di marcia estiva non necessita di un minuto di meno che di tutti quelli che separano l’adesso dalla mezzanotte del 23 settembre. Ecco, allora, dove sono e cosa faccio …
Sono coordinatrice di un campo di volontariato dello SCI (Servizio Civile Internazionale) che si svolge insieme all’associazione PaceFuturo di Pettinengo con lo scopo di rendere nuovamente fruibili alcuni sentieri di montagna del circondario e di fare la manutenzione di Villa Piazzo e dei suoi orti.
Tra circa un quarto d’ora lasceremo Villa Piazzo per andare a raccattare i miei otto nani, ovvero i volontari che arrivano alle 17 alla stazione di Biella s. Paolo. Tra questi abbiamo italiani, turchi, olandesi, russi, messicani e giapponesi. Fatemi gli auguri !!!
Intanto sbirciatevi i link: fare volontariato fa bene all’anima e al cuore, fa bene al mondo, fa bene agli altri, è un’occasione per viaggiare sia direttamente che indirettamente vista la presenza di persone che vengono da ogni parte del mondo, è per tutte le età, per tutte le disabilità, per tutte le necessità, per tutte le volontà e per tutte le volontarietà … ed è alla portata di tutti visto che vitto e alloggio sono garantiti per tutti i volontari !
_well substantiated unpopular opinions_
All things for solidarity galore!
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(HOMELESS EDITION) economia domestica ed educazione sentimentale di un disoccupato con prole
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