(forse) Si.Può.(ri)Fare!

Vivere da sola in Italia, a 25 anni, con 450 euro al mese e a impatto zero.

Super scorpacciata di notizie pre-partenza … CINA nun te temo !

CSC_0020

Questa è la bandierina cinese ricamata sullo zaino … se non vi ricordate che senso ha … fate due passi dalle parti del viaggio in Irlanda dell’anno scorso.

Signori, a 15 minuti dall’uscita da casa per andare in aeroporto, mi ricordo magicamente di voi tutti.

Ci sono almeno una paio di cose che vorrei condividere dal momento che per un po’ di giorni non potrò scrivere … almeno finché non troverò uno spot funzionante da cui farlo.

Ma non prima che voi abbiate fatto partire la colonna sonora appropriata: PLAY.

Allora: il momento migliore per prenotare i voli per la Cina è circa un mese e mezzo prima del decollo.

Il visto turistico costa una sessantina d’euro e si ottiene con: passaporto più sua fotocopia,fototessera, modulo di richiesta del visto, prenotazione voli a/r e prenotazioni d’albergo fittizie cancellabili fino al giorno prima su Booking.com.

Il visto studentesco X2 necessita invece di: passaporto più sua fotocopia, fototessera, lettera d’invito dell’università (prenotate i corsi dal sito CUCAS) e sua fotocopia, modulo di richiesta del visto.

L’assicurazione migliore che ho trovato, valida solo per studenti è quella della Allianz a 98 euro per tre mesi. Se fate questa potete evitare l’assicurazione sul bagaglio della compagnia aerea … salvo poi pregare che non arrivi, come me, per beccare tutti ‘sti soldi dalla doppia assicurazione.

Fate il bagaglio a mano come se quello di stiva non esistesse: nel bagaglio di stiva mettete solo cose che potete facilmente ricomprare. Segnatevi un indirizzo sul luogo da comunicare in caso di smarrimento del bagaglio, così ve lo mandano.

Mi sono accorta ora di aver fatto un errore strategico … non ho portato l’enterogermina !!!

Ah, ho finito tutti gli esami, questo forse lo sapevate … e ora ho un’estate per scrivere la tesi e mettere apposto il mio scarnissimo mandarino.

Fatemi gli auguri !!!

otrapocoparto

(palindromi gratuiti per tutti !)

 

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Che FINE ha fatto l’estate … contiamo i sassi !

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A fine estate si contano i sassi raccolti in spiaggia. =)

Appena prima del mio ritorno, è finita l’estate.

Qui a Venezia si boccheggia tutt’ora nell’afa tanfogena … ma obiettivamente, legalmente e convenzionalmente, la bella stagione ha cessato di essere e io devo aggiornarvi sulla mia wishlist estiva. Siccome è andata un po’nammerda perché il tempo è tiranno, ma ha comunque sortito un effetto tangibile su me medesima, oltre a darmi la possibilità di informarvi su determinate buone bratiche estive, tralascerò ogni commento e non linkerò nulla. Quello che ho fatto è stato già raccontato e non occorre tediarvi oltre.

1. Tornare da Mammapapà.

2. Andare a trovare gli amici.

3. Corsi di formazione. L’8-9 giugno vale come estate … eddaisì !

4. Campeggio libero.

5. Fare volontariato.

6. Andare in ritiro in una comune o in un monastero.

7. Fare wwoofing(n.b.: andare nelle fattorie biologiche e lavorare in cambio di vitto e alloggio). Qui è tuuutta colta dell’università. L’hanno scorso avevano i niziato i corsi a ottobre, quelli della nuova specialistica … quest’anno il 19 di settembre … SPORCHIBBASTARDI ! Io avevo già pronta la mia settimana sicula !!!

8. Fare un lavoro in cui ti si garantiscano vitto e alloggio. Peggio che anda’ de notte.

9. Viaggiare andando ospiti dalla gente. Ni: abbiamo fatto Ferragosto a Parallo a casa del cognato del Miomone … vale ?

10. Si accettanto consigli.

Vi do appuntamento al prossimo fine settimana con ricchi premi e cotillon.

… qualcuno di voi sa mica cosa sono ‘sti cotillon ???

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Aggiornamento sul mio mese sabatico_YAWN

Gentilissimi e pazienti ospiti,

vedo che siete insolitamente numerosi in questi giorni di silenzio, in questo nuovo settembre, in questo rinnovato prima. Da quando ho smesso di scrivere ho avuto tre iscrizioni !

Cos’avrà voluto dire ???

Speravo di potervi ritrovare oggi con un nuovo inizio, nuova sigla e vecchia missione, granitica e caparbia. E invece la deadline – o la rebirthline – è stata involontariamente posticipata al 30 di settembre. Prima di questa data non me la sento di ricominciare a scrivere per voi perché ci sarebbero troppi forse, troppi puntini di sospensione …

Il mio anno da blogger avrà dunque inizio in ottobre – protraendosi fino all’ottobre successivo – e, credetemi, non ne sono affatto felice perché il non dover annotare tutte le mie spese si sta rivelando un’attività alquanto dispendiosa, decisamente troppo dispendiosa, per una persona in stato di disoccupazione priva di qualsivoglia sussidio pubblico da oltre un mese. Provvidenziali i cent’euri del nonno.

Da qui a quindici giorni potrete notare, se sarete attenti, dei modesti cambiamenti, innesti e variazioni variopinte che precederanno il mio nuovo grande lancio. Io approfitterò di questo tempo per definire meglio i cambiamenti, riposarmi, cercare lavoro e soccorrere uccellini dall’ala spezzata che piomberanno sul sentiero – dalla Finlandia, per esempio, ma anche da Trieste.

Vi do appuntamento al trenta, se non ci saranno altri significativi sviluppi prima di tale data, e vi regalo un espediente per ingannare l’attesa che mi è stato a sua volta donato quest’oggi.

_DSC0010

… ma solo se avete un buon Mastroteaio di fiducia … che io c’ho. =)

P.s.: ringrazio alla svelta Higgie – come quella di pomodoriverdifritti, anche se lo so che ha un altro significato, ma la prima volta che ho letto quella parola ho pensato all’incantatrice di api dell’Alabama – per il premio, e prometto di riservarle uno slow-thanks appena riapro !

P.p.s: vi ho stupito, eh ? Visto che anche io so scrivere in italiano ?!

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Fine corsa_Ci si vede tra un po’ di giorni !

Questo è un post di rilancio rapido, assonnato e con un bel cerchio alla testa. Sì, alla fine ho sforato.

Ho vissuto un anno con circa con 5600 euro. Sono poco meno di 20 euro al giorno. E ho fallito, ma ho mancato il colpo davvero di poco !

Quindi lo voglio rifare e, stavolta, riuscirci. Perciò ora vi lascio per un pochettino, che ho da fare un bel po’ di cose per tornare in una nuova e pericolosa versione.

 … e allora vi saluto, come si saluta il panettiere

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Ultimo Agosto a Roma. Provare per credere.

“C’è questo mondo completamente nuovo che si schiude davanti a me e devo capire … come ci arrivo? Mi è concesso arrivarci?”

Jack White (White Stripes) in It might get loud.

Roma d’Agosto è una condizione mistica pro-serotoninica.

“Dice che la malinconia non è altro che una forte presenza nel cervello di un neurotrasmettitore che si chiama sierotonina. E succede che si ciondola come foglie morte e un po’ ci si affeziona a questo strazio e non si vorrebbe guarire più.”

Piero, dal film “Ovosodo” di Virzì

Casa vuota. Molta gente fuori città o a lavorare o a preparare esami. I miei lavori a chiamata occupano mediamente tre ore al giorno, non ho esami da preparare, non sono fuori città ma fingo di esserlo, e il mio essere – mio malgrado – animale sociale si sfoga in chiacchierate sorprendentemente lunghe coll’ortolano, di cui ormai conosco vitamortemmiracoli. Un caldo come d’ovatta tutt’intorno, il silenzio quasi perfetto, una strisciata di grigiallo all’orizzonte, guardando verso il centro. E ancora odori e umori allucinogeni, ponentino e afa, scemi di quartiere che si moltiplicano come formiche, personaggi fiabesci, turisti a frotte. Ci salutiamo così, io e Roma. Facendo finta di essere indifferenti, sfiorandoci solo per caso. Aprirsi all’addio vorrebbe dire frantumarsi. Lo apprezzo. Mi dedico ad altro e mi lascio scappare perfino qualche pensiero, tra la burocrazia universitaria, la spesa, spicciare casa, il lavoro, lo zapping compulsivo, i pranzi dai Nonni, l’autobus, la metro, il supermarket … forse lo faccio apposta a stare ad Agosto a Roma – un gatto che migola come se lo stessero squartando alle 04.10 del mattino? – e a fingermi assente per costrincermi a pensare e a rimproverarmi, a spaventarmi, a organizzarmi, disfarmi …

Ho creato una playlist per quest’ultimo Agosto a Roma. Secondo me si spiega – e mi spiega – più che mai.

“Band on the Run” Paul McCartney and The Wings

“Eptadone” Skiantos

“Hello Mary Lou” Creedence Clearwater Revival

“Bad moon rising” Creedence Clearwater Revival

“Le vent nous portera” Noir Desir

“Eyes on fire” Blue Foundation (Zeds Dead RMX)

“Fo’eva blunted” Nine

“Summertime” John Scofield & Pat Metheny

Hang Playing Hedge Monkeys

“Un’idea” Giorgio Gaber

“Call me maybe” Carly Rae Jepsen (No, non scherzo affatto. Meglio ancora se c’è il video della nazionale americana di nuoto.)

Stevie Ray Vaughan Live @ Montreux

“Fabbricando case” Rino Gaetano

“Ping Pong” Rino Gaetano

“Una storia disonesta” Stefano Rosso

“Into the dream” Pat Metheny (di tanto in tanto rinsavisco.)

“Steady as she goes” The Racounters

“Rumble” Link Wray

“Grinnin’ in your face” Son House

“Change is gonna come”The Fugees (acoustic)

Provare per credere.

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La casa: trasferisciti! … O resta dove sei!

Il luogo in cui si vive influenza il peso della saccoccia di nuoi tutti. E questo non è un segreto.

Ho recentemente cercato di isolare delle componenti che rendono meno costoso -sia in termini economici che ecologici- un luogo.

Li scrivo qui così come sono sul mio quadernino verde:

  • Dimensioni da bicicletta o piedi;
  • Acqua potabile in casa;
  • Raccolta differenziata almeno di umido e carta;
  • WiFi aggratise(sistemi provinciali, comunali, universitari …);
  • Stazione ferroviaria;
  • Affitti bassi e non in nero;
  • Mercato ortofrutticolo;
  • Campagna vicina;

Personalmente, ho dovuto orientare la scelta verso un luogo che mi consentisse di continuare a studiare dopo la mia laurea triennale, ho scelto Venezia.

Ho preso un treno qualche giorno fa e dormendo da amici fuori città – tecnicamente in Friuli – ho passato tre giorni a Venezia con 33.90 euro …

[2.50 per il cappuccino e cornetto in stazione; 7 euro per il vaporetto One Way; 10.30 per raggiungere gli amici in treno; 1 euro di cesso in stazione (perch non sapevo che con la consumazione si poteva usare il bagno del bar!); 11.50 euro di cicheti più acqua in bottiglia (perchè non avevo ancora capito che tutte le fontane di Venezia, così come tutti i rubinetti delle case ecc.); 2.70 euro per mezza pizza margherita in stazione prima di tornare a Roma]

…. tanto per cominciare a parlare di numeri.

Ho trovato una bella casetta, con due camere doppie, salotto, cucina, bagno, tinello, soffitta e bella vista sui tetti.
Pago 230 al mese + 30 di spese. In tutto. Di questi, 180 sono sul contratto e 50 sono in nero.
Mi ha fatto un po’ strano quando l’ho sentito, però la signora mi ha spiegato che sul contratto di locazione standard c’è scritto che tutto ciò che si rompe “nei muri” lo ripara il proprietario e il resto no – cosa che ho verificato perchè ho visto vari contratti in quei giorni. Lei invece vuole pagare qualsiasi cosa si rompa perchè preferisce scegliere lei i riparatori ed evitare che noi si vada in giro a farci fregare con i nostri accenti da turisti.
Per esempio c’è un vetro rotto  -ogni finestra però ne ha due di vetri, per evitare gli spifferi – e la lavatrice è la più vecchia che abbia mai visto in vita mia, gli ci manca la manovella: prima che entreremo in casa farà aggiustare il vetro e se non funziona bene la lavatrice la cambierà subito, in più dice che può comprarci tutto quello che ci serve per la cucina o simili: l’anno scorso ha comprato il wok e la pentola a pressione ai ragazzi quando glielo hanno chiesto.
E’ proprio una tipa gentilissima: mi ha portata in giro per tutto il quartiere facendomi vedere dove comprare questo e quello e mi ha dato il numero di un contadino della “terra ferma” che porta i suoi prodotti con la sua barca a Venezia, con buona pace dei prezzi: non avete idea della sfacciataggine con cui gonfiano i prezzi delle verdure, ho visto peperoni a tre euro al chilo!!!

Internet c’è già, la raccolta differenziata è porta a porta, ho girato tutti e tre i giorni a piedi con tanto di valigia al seguito – a parte il giro all’alba in vaporetto, che ci stava tutto! – e c’è anche il mare.

E’ una delle città più care d’Italia. Una sfida in più.

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Vizi ed eccezioni sono sacre, il compromesso è dietro l’angolo.

[No, ma ce la posso fare. Non governo ancora interlinea e grandezza del carattere. Non ho una foto di testata. Ma ce la posso fare.]

Ho deciso, prima di entrare nel vivo delle cifre e delle scadenze, ho deciso, di fare una serie di specificazioni necessarie.

E’ bello che io capiti qui sempre al limite della batteria del portatile e di quella del mio cervello. Viene meno ogni pretesa stilistico-virtuosistica e c’è la possibilità che io sia, per il bene di tutti, molto molto sintetica.

Primo: avevo pensato di far raggiungere a lor signori un buon grado di astio da rinunce materiali prima di parlare di vizi ed eccezioni previste. Eppure. Forse è necessario partire proprio da quelle, dalle debolezze, dai limiti e dalle cadute, per aspirare ad un qualche futuribile miglioramento. Non so, ma mi piace.

Secondo: eqquindi i miei peccati economico-ecologici sono presto detti. Lo smalto per unghie, lo smalto per unghie e, ancora, lo smalto per unghie. In ormai quarto luogo ci sono i libri: ci scrivo e ci disegno sopra e ci faccio anche delle belle orecchie, non li posso prendere in biblioteca dunque e usati non si trovano tutti; quelli su cui studio, poi, tendo a comprarli nuovi o usatinbuonecondizioni. E infine c’è la mia debolezza eterna per cui io, a Bjork, le voglio proprio dare i miei soldi per quello che fa … piucchepposso! E anche a Woody e a quel che resta dei Pink Floyd, e a tutti gli artisti (gli Arctic Monkeys, Marco Ponti e Maria Gadù solo per citare quelli che mi relegano nella categoria “figli del loro tempo“) che fanno una straordinaria opera prima, senza i proventi della quale non potrebbero sfornare la seconda.

Terzo: le eccezioni alla regola. Sacre nei momenti di zero emozionale, di vacanza e quando si fanno i regali. Sacre.

Quarto: I compromessi di cui si parlerà ad ogni piè sospinto. Quelli per cui scegliamo il male minore. Da una parte il digiuno, dall’altra un prodotto biologico-integrato-biodinamico neozelandese, dall’altro uno a kilometri zero pieno di pesticidi e uno fornito da un gruppo di acquisto solidale siciliano che la porta in Altoadige passando per la Cina e quello che ha tutte le caratteristiche della perfezione ma costa come un’automobile a quattro porte.

Quinto: ho appena deciso che la spiegazione dei conti mensili la farò quando saremo un po’ più vicini “all’inizio”.

[Buonanotte.]

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Il materasso.

Ho capito come si fa a scrivere il post in html.

Non ho capito come si fa a visualizzare l’elenco dei link.

Ho capito come si aggiungono le categorie

Non ho capito come si fa tutto ciò senza scrivere TUTTO in html.

E’ circa un anno che rifletto su come potrò mai fare a farcela.

Prendo appunti su un quadernino che mi ha regalato Miofratello, che è esattamente di questo verde, l’assolutamente non poetico #2e8b57, il “seagreen”.

Il quaderno, non Miofratello.


Al punto zero della riflessione abbiamo “Fatti un gruzzolo”.
Ovvero, non pensare di poter campare tutti i mesi con 450 euro, realizza che esiste una caparra, il fatto stesso di cercare casa(dato che il punto 1 è Trasferisciti!), la tassa d’iscrizione all’università, i libri di testo, i mesi invernali con le bollette più alte, i mesi estivi a Casadamamma … quattrocentocinquanta non è solo una cifra di massima, è soprattutto una cifra di media.

Quindi unduetre migliaia di euro iniziali e puliti ci vogliono. Punto.

Ci vuole un MATERASSO!


E siccome non sono cifre che si trovano appese agli alberi, per strada o sotto il cuscino, ho dovuto trovare il modo di “alzarli” autonomamente e velocemente in un anno e di elaborare modi per cui questo rapido accumulo sia possibile ai più e in maniera più che indolore.

Nei tre anni e mezzo di triennale ho svolto i seguenti mestieri: babysitter, ripetitrice di inglese per italiani, ripetitrice di inglese per cinesi, cameriera, intervistatrice telefonica, spaventapasseri, segretaria, addetta all’assistenza tecnica, scribacchina, assistente ad anziani e rivenditrice di oggetti di varia natura fatti a mano da me.
Ho rielaborato il mio concetto di “necessità” e ho venduto tutto quanto avessi in casa di SUPERFLUO, un aggettivo che dovrò mettere in piazza a più riprese.

Mi è bastato questo.

Avessi avuto una macchina, una moto, uno scooter o altri mezzi inquinanti facilmente vendibili e notoriamente succhiasoldi li avrei venduti di corsa, non fosse bastato, avrei messo mano agli ori di famiglia, ad oggetti di valore o a “ultime versioni” di oggetti tecnologici che funzionavano molto meglio nella versione del ’95, avessi fatto i “sacramenti” avrei usato il relativo provente della promessa divina per racimolare, raggranellare, pollicinare questo iniziale fabbisogno di contante.

Non è stato necessario.

Così sono coperta per un numero non ben precisato di mesi in cui dovrà essere impostato tutto il lavoro successivo fino ad arrivare al giorno in cui sbatterò verde su bianco una certa somma e la dividerò per 12: e, FORSE, il risultato sarà minore o uguale a QUATTROCENTOCINQUANTAEURO.

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