L’idea di questo articolo nasce dopo l’ultimo Ferragosto Rapallese, del quale devo ancora aggiungere le foto su Flickr, pardon. Praticamente in tale occasione la piccola cittadina viene invasa da compratori compulsivi a caccia di sconti, tre per uno, uno per tre e altre amenità. Ed è stato proprio lì mi è venuto in mente di raccontare il come e il perché della mia naturale capacità di essere la rovina e l’incubo peggiore degli esperti di marketing e del commerciante medio in generale.
1. I saldi: succede un paio di volte l’anno, mi pare, ma di sicuro tutti gli anni almeno in questo periodo, che la gente letteralmente vada fuori di testa per via dei saldi. Ebbene. Io no. Nella mia personale economia funziona così: SE ho BISOGNO di QUALCOSA, mi metto lì, mi faccio un’idea di come vorrei che fosse, mi faccio un’idea del prezzo medio e quando trovo QUELLO CHE CERCO, lo compro. Tutto ciò va nella direzione diametralmente opposta alla psicologia del saldista da battaglia: “Andiamo che ci sono i saldi ! Risparmiamo!”. Allora. Se non ti SERVE nulla ma esci di casa munito/a di portafogli e carte varie … per me ‘è qualcos’altro che dovresti risolvere. Se parti per comprare un paio di mutande e torni col conto in rosso e tre pellicce griffate … hai un problema. E ia così … opinioni, eh, mica sentenze …
2. Le offerte: il Miomone è la cavia su cui ho personalmente potuto testare il dilemma dell’offerta, povero tesoro. Se infatti, il mio amatissimo ciccione, si dichiara un ecologista anti-globalista piuttosto attivo e praticante … ebbene, il tutto decade davanti al favoleggiante cartellino fluorescente su cui troneggia la scritta offerta. Grazie a questo insignificante e simpatico francobollo, il mio uomo non si è fatto scrupolo di comprare: fermenti lattici della Nestlé aromatizzati al miele, Nutella, dentifrici Colgate, biscotti Mulino Bianco e Saiwa, yogurt dietetico, roba senza glutine totalmente ACCAZZO (che costava quindi del corrispettivo glutinoso nonostante “l’offerta”), formaggio di plastica, pastalluovo con l’1% di uovo e lo 0.8% di pasta … e via così. Sono come al solito un’esagerazione ambulante … ma non riesco a non vederla come una forma di prostituzione ideologica. E badate che la prostituzione carnale, una volta legalizzata e legiferata, mi trova d’accordissimo … ma la mignotta del discount, quella proprio no. Un barattolo da 250 grammi di ufficiale merda chimica con affari loschi nel terzo mondo, o sei vasetti di plastica contenenti altra plastica liquida che foraggia le casse di stati guerrafondai … … puoi metterlo anche in omaggio, puoi farti nero, puoi farmi un massaggio ai piedi, puoi tirarmelo dietro mentre esco … Tanto non lo compro! In casa mia non ce lo voglio ! STACCE !
3. I coupon: vale più o meno lo stesso discorso di cui sopra per quanto riguarda l’effettiva necessità dell’acquisto e la sensazione fittizia di aver risparmiato. A parte le denunce per pubblicità ingannevole e simili, le sole di massa e il concetto di fidelizzazione portato allo stremo … secondo me è una cazzata che si manifesta su almeno tre casi differenti: A. Se io non ho intenzione di acquistare qualcosa e non lo faccio, la mia spesa equivale a zero. Se mi sventolano davanti quel qualcosa come “occasione” e io, senza battare alla sua effettiva utilità, lo compro, ecco che la spesa è irrimediabilmente superiore allo zero. B. Se decido di andare a cena fuori affidandomi a tale marchingegno, sarò costretto ad andare dove dice lui, a spendere quanto dice lui e perdipiù, a mangiare ciò che il marchingegno e il ristoratore hanno concordato. Con fregatura spesso e volentieri, da quanto mi dicono, compresa nel prezzo. C. Se mi offrono una ceretta a nove euro. Ok, normalmente costa parecchio di più … ma se prendo la terza via del Do It Yourself, i costi si abbattono ulteriormente; in più sono ancora una volta costretta a recarmi, ad esempio, in culo ai lupi per effettuare la detta ceretta, con conseguente dispendio di tempo ed energie oltre che di soldi in biglietti di autobus peggio macchina. Senza contare che gli impianti di estetica sono delle macchine da consumo inquinante e da sfruttamento lavorativo che non ho alcuna intenzione di sovvenzionare. Infine, mi sembra – ma questo equivale al mio gusto personale – che si tratti di una moda conformista-consumista per la quale non mi è facile simpatizzare.
4. La pubblicità: adesso non vi cito la fonte perché sono pigra e ho poco tempo perché l’omone mi porta a cena fuori, ma GIURO, che quando un’azienda inizia a fare pubblicità la qualità del suo prodotto e le condizioni di lavoro calano sistematicamente. Per quanto riguarda la qualità siamo sul 20% circa. Ergo, carissimi pubblicitari che prendete soldi a sbafo spacciandovi per indomiti artisti del terzo millennio, cito don Zauker e dico che a me il maligno me lo puppa ! Tutto ciò che producete sortisce sulla sottoscritta l’effetto OPPOSTO ai vostri intenti: marketing, brending, abbindoling … non attaccano. E non mi interessa per chi lavoriate: se lo vedo in tv, sui giornali, su internet, sui manifesti, alla radio … IO NON LO COMPRO !
io sono uguale. In più ho scoperto che alla fine pagherai sempre di più quando compri tutte le cose che sono in saldi. Compri sempre più di quanto hai bisogno. A mia madre piacerebbe sempre passare per gli negozi, ma io odio fare shopping. Io so quali negozi mi piacciono, e vedo veloce le cose di cui ho bisogno. Ciao!!! saluti e buon weekend!
Anche iooo ! Mia madre è sconcertata. Mi dice “Ma come, non compri niente ?! Ci sono i saldi !!!” … ufff
In vita mia in saldo ho comprato solo una camicetta per regalarla a mia mamma. Se compro compro quando ne ho bisogno.
Ciao e buon compleanno (in ritardo, ma per me è normale…)
Grazie ! Comunque sto ntando che non si parla di saldi senza parlare di mamme … allora quando sarò una mamma non potrò farne a meno neppure io ?
Potrai farne a meno, potrai… l’importante sarà avere amiche con con cui scambiare i vestiti che non vanno più!
Allora sto a cavallo !